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Praticamente da sempre, l'opera di Giorgio Locchi è stata appiattita sulla storia del Grece e della Nouvelle Droite, così da perdere tutta la sua originalità e potenza. Era insomma arrivato il momento di restituire a Locchi l'importanza e la centralità che gli spettava, sottraendolo non solo a una "cattiva" storicizzazione, appunto tutta sbilanciata sulle esperienze francesi, ma anche a letture politiche per lo più distorcenti e parziali, in grado soltanto di nascondere ancora di più il volto autentico del pensiero locchiano, che è pensiero dell'origine. Ma si tratta di un'origine che nulla ha a che fare con nostalgie metafisiche di sorta. Piuttosto, si è in presenza di un'origine nata nella e dalla libertà, e quindi mai saldamente posseduta. Un'origine alla quale dà voce il mito, altro decisivo aspetto dell'opera locchiana. Pertanto origine, mito e libertà rappresentano il "cuore" del percorso di ricerca del filosofo romano, un percorso il cui nume tutelare risponde al nome di Friedrich Nietzsche. Di tutto questo, e di altro ancora, parla il libro di Giovanni Damiano, Il pensiero dell'origine in Giorgio Locchi, di Altaforte Edizioni.