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Un ipermercato di provincia, una dirigenza senza meriti, un proletariato frammentato e un'eroina disillusa, Martina, commessa al banco del pesce e rappresentante sindacale. Il lavoro è terminato da poco, domani ci sarà il suo sciopero, Sara non le risponde, Alessandro è da qualche parte nel mondo, Francesco e i bambini la aspettano. È esausta, ma non ha ancora voglia di tornare a casa. Si ferma in un bar e tra qualche bicchiere di vino scadente e l'ipnosi ritmata di una slot machine finisce per allineare le proprie dimensioni di madre, amante e rappresentante sindacale al fondo di un letto, in un dialogo sulle fragilità umane, le responsabilità sociali e le nostalgie di una generazione segnata da globalizzazione e consumo.