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"Angulus" non è un vero e proprio luogo fisico, è piuttosto una sorta di dimensione parallela, la metafora esistenziale di tutto ciò che c'è di più caro nella nostra vita e, anche se concretamente distante dalla realtà, è lo spazio in cui ci sentiamo più al sicuro. L'angulus non è necessariamente una sola "piattaforma" di rifugio, ma è un ente che beneficia di una pluralità quantitativa e qualitativa. Tecla, la protagonista del racconto, ne è consapevole, per questo di angulus ne vanta un certo numero: dal ponte al solito posto per incontrare Francesco, dall'amore per quest'ultimo all'amicizia di Adam e, ovviamente, l'incommensurabile affetto dei suoi genitori. Ognuno di noi nasconde dentro di sé o palesa al mondo intero il proprio angulus: questo ci insegna la protagonista di questa storia, in cui l'incanto dell'adolescenza è tradotto dal costante interrogarsi e rispondersi dei giovani protagonisti sul proprio futuro.