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Francesco Proto (1821-1892), meglio conosciuto come il Duca di Maddaloni, attraversò gli anni più turbolenti dell'Ottocento. Fu deputato a Napoli nel 1848 e poi al Parlamento del 1861, presentando una famosa quanto discussa "Mozione" per il Sud. Quando morì, Achille Torelli disse che era scomparso «l'ultimo dei Napoletani». Ammirato dalla Serao e da Di Giacomo, popolare soprattutto per i suoi Epigrammi, fu autore di oltre cinquanta opere, per lo più dimenticate. Attraverso la sua "vita eccezionale" - in giro per l'Italia e l'Europa, dalle manifestazioni di piazza al carcere, dai salotti ai caffè, dagli scranni del Parlamento alle tavole dei teatri - si compone un quadro storico, prezioso e significativo, del "lungo Ottocento" in cui affondano le radici malate della "questione" del Sud, ma lontano da inutili rancori o sterili revanscismi. A ricostruire questa prima, documentata, biografia è Giuseppe Pesce (Napoli, 1977), giornalista e scrittore, già autore del profilo di Francesco Proto nel "Dizionario Biografico degli Italiani" e curatore dell'edizione critica della Mozione parlamentare del 1861.