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Ogni composizione di Luciano Postogna, nella silloge "Il ritorno delle Muse", necessità di una nuova lettura, come se si ammirasse un dipinto di Albert Bierstadt, ad ogni nuovo sguardo si notano sempre più particolari fino ad essere catapultati nell'opera, avvolti non solo dalle forme e dai colori, dalle ombre ma anche dai suoni e dagli odori. La sua capacità descrittiva è straordinaria, offre continue prospettive su ciò che sembra in apparenza già visto, come una semplice battigia o lo scorcio di un bosco, e che attraverso i suoi versi assurge a opera sorprendente capace di fondersi con le parti più intime dell'anima. Ciò che stupisce è la costruzione di versi dal significato nuovo attraverso metafore e similitudini che spiazzano per originalità, nelle quali il pregevole utilizzo della tecnica si fonde con l'emozione dell'ispirazione componendo una sinfonia poetica armoniosa e possente. Appare evidente il profondo legame con gli elementi naturali nei quali le emozioni nascono, si nutrono e si specchiano. Un continuo rincorrere il desiderio che sembra sempre sfuggire pur essendo la sua presenza solida e sconfinata.