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I personaggi de "La luce tra l'erba", che sono anche i suoi narratori, sembrano animati dal desiderio di perdersi per poi ritrovarsi. Le loro vite s'incrociano a Firenze, a Milano, a Roma, e ancora a Praga e in Bretannia, a Parigi e New York, ma vi sono echi della permanenza di qualcuno di loro anche a Madrid e in Patagonia, a S. Pietroburgo e nelle isole Solovki, dove ancora s'avverte l'alone della presenza di Pavel Florenskij. Il narratore centrale, l'unico senza nome e in certo qual modo "senza qualità", può così tessere la sua tela tra luoghi evocativi e simbolici, illuminando con lo sguardo della sua memoria i resoconti di personaggi che, come altrettanti alberi lungo il declivio di un rilievo erboso, sembrano allungare, verso la fine della vicenda che li lega, le loro ombre una di fianco all'altra, sul far della sera.