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"Se un giornalista scopre una notizia, la scrive. Tutto il resto fotte niente. C'era un ragazzo che in Calabria decise di fare il giornalista. Lo scelse con lo stesso slancio di un missionario, di un suonatore d'organo, di uno studente di sanscrito. Seguendo una passione incapace di declinarla nell'interesse, di legarla a un salario, mappa la politica, taccia le 'ndrine, ausculta il cuore pieno di aritmie della sua terra. E bravo, sente che il suo giornalismo può innescare il miracolo della parola che quando incontra il lettore riesce a divenire cambiamento. Il ragazzo ha talento. Lo fermano, lo vessano, lo sottopagano, lo isolano ma lui resiste. Sa che ciò che fa è più grande della miseria che subisce. Si aspettava tutto questo ma poi qualcosa si rompe. E tutto lo schifo che lo assediava e il dolore che montava da dentro le fibre lo inghiotte. Per sempre. Questo libro è la storia di Alessandro, giornalista calabrese." (Roberto Saviano)