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Nella Pavia di metà Ottocento si dipanano le storie di due donne, Mariuccia e Pellegrina, che non potrebbero essere più diverse tra loro: l'una quasi analfabeta, l'altra studentessa universitaria. Ma, entrambe giovani e piacenti, rivendicano orgogliosamente la loro femminilità e il diritto di decidere da sole il proprio destino. Una è vittima di omicidio, l'altra ne è causa (quasi) inconsapevole. Sui delitti indaga l'Imperial regio commissario di polizia Melchiorre Ferrari. Sullo sfondo è una città tanto amata dal commissario - e da Mino Milani - che ne conosce i segreti: le piazze luminose e le cripte oscure, i rossi muri di mattoni ricoperti di salnitro e stillanti umidità, le brume autunnali che vengono dal fiume, i bastioni ricoperti di antica vegetazione. E ne conosce la gente, dal luminare di fama internazionale al piccolo contrabbandiere al più umile mendicante, tutti affaccendati a perseguire una scheggia di felicità.