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La poesia di Szkárosi apre le finestre su un mondo altro, dove il linguaggio la fa da padrone. Sgorga da una spontanea autenticità, nondimeno da autori ungheresi come Ady e Petofi József, dalle opere moderniste di Rimbaud; da Apollinaire, dadaisti e surrealisti, ma anche da canzoni popolari e modi di dire che, nella transpoesia, tornano con energia trasfigurati dal poeta che definisce l'arte poetica come fondata da "spazio, materia e movimento".