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Wallia è in fuga dopo la sconfitta del Goto Totila; una giovane "mummia" vivente promessa in sposa a un nobile; il vescovo sassone lacerato tra il cristianesimo e un rito pagano autoctono; un padre anaffettivo; lo storico e antropologo che conduce ricerche sulle streghe, per cui simpatizza; un licantropo in abiti moderni... Un filo lega le novelle, o forse "capitoli" de L'automa puro: lo stato di servitù sociale e psicologica dei personaggi, addirittura l'automa del titolo - in epoche storiche d'Europa - la cui esperienza è osservata in una o più scene, dove il prima e il dopo si offrono all'intuizione del lettore. Dall'alto medioevo al barocco, alla Francia di Luigi XIV, agli anni Cinquanta del Novecento, l'automa è la persona che si esaurisce in un'esistenza ripetitiva, impostata, o nel servilismo da sgherro di un capo. I racconti sono scritti in uno stile individuato, la lingua è causa materiale del testo, il "montaggio" è leggibile, per il divenire degli eroi e delle eroine, non per l'azione, ma per quello che si dice e si fa.