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Francesco Duilio Salvatori è un giovane poeta che vive la letteratura nel proprio sangue. In un'epoca del consumo delle sensazioni, di messaggi sincopati che non costruiscono più armonie, abbiamo tutti bisogno di leggere un libro come il suo. Grande appassionato della Divina Commedia, ha conosciuto i tormenti dell'amore come ogni essere umano, ma ha voluto farne canto. L'autore si addormenta nelle "foreste" del suo cuore, quando gli appare un falò, "che non si spegnerà mai" e percorre con la sua amata un "sentiero lacerato dalle lacrime piene di fuoco", tra stelle cadute a terra, ricordi di momenti dissolti tra le nubi. Un dialogo tormentato tra la sensazione di un amore che mai potrà estinguersi, la speranza di un ritorno e l'amara consapevolezza della caducità della vita. La sua amata è Musa, perché è innanzitutto "dolce sinfonia" in una armonia infinita di melodie. Armonia che sembra non venire scalfita neppure dai fulmini sul promontorio dove il "pianoforte continua a suonare". E qui c'è la leggerezza, il sussurrare onomatopeico di una voce che è la luce dei suoi occhi, che è stella. In copertina, foto di Federico Campostrini.