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Così, per sport. O meglio, per 'fare' uno sport. E il babbo di Rachele la gettò in acqua da bambina, senza pensare che se ne sarebbe innamorata perché lei sentì subito - racconta Luca Farinotti - che l'acqua "era il posto giusto" e che "per perdersi in essa" avrebbe dovuto nuotarci dentro. Le poche bracciate di quelle prime volte sono diventate le 200.000 del sottotitolo di questo libro. Rachele Bruni ha vinto molto, un argento alle Olimpiadi brasiliane e ai 'mondiali', 8 ori ai campionati europei, 19 ori (e 20 argenti) ai nazionali. Una carriera straordinaria costruita con anni e anni di lavoro, in piscina, in palestra, sul mare. A Farinotti, che la prende per mano e la incalza in una lunga intervista, Rachele racconta di essere un fenomeno in acque fredde e mosse, che la natura non la spaventa e, anzi, che l'oceano "è il luogo elettivo della sua spiritualizzazione". "I problemi non sanno nuotare"; lo ha tatuato, inciso sulla pelle. Ne ha fatto il suo mantra, perché ognuno di noi ne ha uno e questo la identifica in tutta la sua spiritualità. Ma prima ha dovuto trovare il guerriero dragone assopito in lei.