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Nel secondo dopoguerra, un'accelerazione delle dinamiche economiche, sociali e culturali ha trasformato lo scenario italiano, mutandone l'aspetto, le mentalità, i costumi. La diffusione della cultura di massa, insieme al boom dei consumi, ha attraversato i canali della nascente industria culturale, in cui la radio occupava un posto di primo piano, come documenta la partecipazione dei maggiori intellettuali, critici letterari e scrittori italiani alla produzione radiofonica di quegli stessi anni, sia nell'ambito della gestione e organizzazione sia in quello più creativo. Il saggio offre un resoconto delle tendenze di quegli anni, attraverso l'analisi dei testi (temi, generi e linguaggi), dei discorsi intorno ai testi (recensioni), dei dati sulla ricezione (sondaggi), a partire da alcune considerazioni sugli obiettivi pedagogici della radio, sulle sue finalità di integrazione culturale e di trasmissione della tradizione letteraria italiana. La diffusione di programmi di informazione culturale e della prosa radiofonica ebbe, infatti, un ruolo importante nel più ampio progetto di "servizio pubblico" della Rai.