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"'Che cerchi poeta nel tramonto?' recita un noto verso di Antonio Machado che esemplifica tutta la ricerca poetica intesa come una fatica di Sisifo; ma è proprio quando il sole tramonta e lascia emergere i fantasmi e le ombre, è proprio in questa circostanza, dicevo, che si profila il kairos del poeta, l'occasione in cui si possono far gemmare germogli in uno spazio in cui il "sole è morto" (sempre Machado). Ernesto Pérez Zúñiga, come direbbe Valentino Zeichen, innesta con il lapis un proprio tratto distintivo accanto a quello già tracciato dalla grande tradizione modernista del '900 spagnolo. Il magistero che, in controluce, si coglie nei suoi versi, è quello di una poesia che non rinuncia alla sua missione di sempre: il poeta guarda verso "l'altro lato" perché, ormai, a furia di osservare il lato a cui veniamo abituati siamo diventati presbiti; il poeta allunga per noi la vista il più possibile e ci fa guardare dove non osiamo più. Il presente lavoro antologico, nell'edizione di Emersioni, raccoglie -con la traduzione di Claudio Fiorentini - diversi testi di Ernesto Pérez Zúñiga, tratti da raccolte pubblicate dal 2000 al 2019; quasi un ventennio nel corso del quale il poeta spagnolo esplora gli angoli e gli anfratti più angusti e tortuosi di ciò che egli chiama, in qualità di sintesi di questo libro, "l'altro lato", titolo quanto mai pertinente che declina a più riprese quella che posso definire con altro lessico "la riva opposta": l'alterità, l'amore e la parola; tutte espressioni che, nella poesia di Pérez Zúñiga, indicano un falso esodo che poi porta sempre al punto di partenza ritrovato e rigenerato; ovvero l'Io con cui identifichiamo l'ossessione principe che sobilla la parola di Perez Zúñiga." (Dall'Introduzione)