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La memoria perduta degli zampognari abruzzesi, un tempo molto numerosi quando era prossimo il Natale, viene ricostruita attraverso un'attenta ricerca tra le fonti letterarie e iconografiche italiane ed europee. I viaggiatori stranieri in Italia, sulla spinta del romanticismo ottocentesco, furono particolarmente attratti da questi singolari musicisti, dalle loro melodie, dai loro costumi e da un certo senso di mistero che accompagnava il loro arrivo e la successiva scomparsa. Il Grand Tour esaltò gli zampognari che ispirarono letterati, poeti, artisti e musicisti ed è quasi solo grazie a loro che è possibile avere testimonianze della presenza dei pifferari, come li chiamavano, accomunando i suonatori di zampogna e ciaramella. Ma le tracce più diffuse e presenti anche nella società di oggi rivivono in tante composizioni di musicisti che nel corso dei secoli trassero da loro ispirazione.