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"Chi vive in un'isola deve farsi amico il mare", recita un antico proverbio arabo. Così "Israele - scrive David Meghnagi - piccola isola accerchiata da un oceano arabo e islamico". Uno Stato che, per la sua naturale ricchezza e per le sfide continue che ha dovuto fronteggiare fin dalla sua nascita, ha sperimentato, in profondità e con largo anticipo, molti dei problemi con cui l'Europa si sta confrontando oggi, con la crisi dello Stato nazionale, il riemergere dei vecchi particolarismi e il cambiamento demografico indotto dai flussi migratori. L'autore analizza il conflitto mediorientale attraverso le metafore, le equazioni simboliche che fanno da sfondo a ricostruzioni arbitrarie, i luoghi comuni, le idealizzazioni e le demonizzazioni che caratterizzano il modo di riferirsi allo Stato di Israele e rimandano a questioni irrisolte negli strati profondi della cultura e della psicologia collettiva. Dal confronto con i testi della tradizione ebraica, le pagine degli scrittori israeliani contemporanei - Amos Oz, Abraham Yehoshua, David Grossman -, le vicende della politica estera e italiana, e della storia personale dell'autore, emerge una lettura nuova e profonda della realtà israeliana capace di trovare soluzioni innovative ai problemi delle società post-globali.