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L'"Emanuele", scritto da Nievo nel 1852, mette in scena le prove affrontate all'indomani del Quarantotto da un giovane ebreo molto ricco che aspira a "occupare un posto nella società". Nel dramma "Gli ultimi anni di Galileo Galilei," terminato nel 1854, si rappresentano invece le vicende salienti del conflitto tra lo scienziato e il Sant'Uffizio, dal viaggio a Roma del 1630 sino all'epoca della relegazione ad Arcetri. Il tema di fondo dei due drammi è peraltro il medesimo: si tratta del conflitto tra i fautori del progresso della ragione, della libertà e della giustizia e le forze della intolleranza e della conservazione. Ciò che cambia, o evolve, tra il primo e il secondo testo, è l'opinione di Nievo circa la linea di condotta da adottare nella lotta. I due drammi giovanili, se considerati nella loro innegabile unità ideale, consentono di delineare più chiaramente il percorso che, tra il 1850 e il 1855, porta Nievo dall'iniziale mazzinianesimo verso l'adesione critica al programma gradualista cavouriano, da cui si allontanerà soltanto dopo Villafranca con la scelta garibaldina.