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Dagli Epicenters ai luxury raves dei Guerrilla Stores, dall'estetica minimalista all'editorialismo pop. Il sistema della moda pretende dall'architettura innovazione, flessibilità, morbidità, rappresentanza. Vuole legittimazione. Vuole messi in scena i valori del brand attraverso architetture cariche di significati. Percorrendo trent'anni di architetture per la moda e strategie di comunicazione, da Elio Fiorucci a Rei Kawakubo, passando attraverso Calvin Klein, Giorgio Armani, imparando la lezione giapponese e stravolgendo le logiche comunicative con Prada, quale sarà il possibile scenario futuro di un rapporto tra moda e architettura?