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John Szarkowski, nel 1978, scriveva che esistono fotografi che usano la fotografia per guardarsi dentro e altri che aprono finestre per mostrarci il "fuori". È dall'unione di queste due categorie che si possono leggere e comprendere gli scatti di Pietro Familiari, introspettivi e comunicativi. Nato a Messina, Pietro lavora per anni in un istituto bancario ma dal 1987 fino agli ultimi anni di vita si dedica intensamente alla fotografia, compiendo numerosi viaggi in luoghi congeniali alla sua indole. È dalla necessità di raccontare con qualsiasi mezzo che nascono i giochi di luci e ombre, i riflessi, le rappresentazioni di natura, morta e vivissima, degli elementi terra, acqua e aria, di piccoli gesti immortalati nella memoria e di scatti che sfociano nell'astrazione. La narrazione tematica è accompagnata dai versi della poetessa polacca Wis?awa Szymborska. Apre il volume un'introduzione di Denis Curti.