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Quando Giorgio Lombardi è scomparso, il 15 dicembre 2006, era nel pieno della sua attività professionale. Quella mattina stava recandosi a presiedere un convegno, da lui organizzato, sulla progettazione dell'area metropolitana di Venezia. Pochi mesi dopo un progetto del suo studio avrebbe vinto il concorso di idee per il riassetto dell'area dell'ex Ospedale Umberto I di Mestre. Dei quarant'anni della sua attività professionale, che ha spaziato in mezzo mondo, dall'Italia all'Iraq, dalla Francia all'America Latina, non c'è un'organica testimonianza scritta. Forse perché per Giorgio l'architettura non era esibizione muscolare, né affermazione del proprio ego professionale. Ma un paziente lavoro di tessitura e cucitura tra esigenze della società e interessi costituiti, di equilibrio tra conservazione e modernità, insito nella sua specializzazione di urbanista con una profonda conoscenza dei centri storici. Il volume rimette insieme, con le voci dei protagonisti e la raccolta dei suoi testi e dei suoi lavori, le sue opere di architetto e urbanista, le sue passioni di storico dell'arte, con l'ambizione che riempia un vuoto di conoscenza della sua figura di "architetto umanista", insolita nel panorama italiano, il cui ricordo è ancora, per coloro che lo hanno conosciuto e amato, fonte di insegnamento e scuola di vita.