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Può la complessa e relativa idea di brutto essere elevata ad alto rango e sedere alla destra di sua Maestà Il Fascino? E può la complessa e relativa idea di bello essere utilizzata e addirittura "piegata" dal suo stesso linguaggio per esaltare le forme e le attitudini del suo eterno contrario? Sì, poiché sfilano, fra una pagina e l'altra, sulle sabbie mobili del gusto, una serie di immagini, di riflessioni, di turbamenti e di mirabili esempi di come la bruttezza abbia ispirato non solo la poesia e le arti figurative di ogni epoca e luogo, ma anche tutti quegli effetti emozionali e primari d'attrazione e repulsione che magnetizzano lo sguardo e la curiositas dell'uomo e qualche volta perfino il sentimento e le emozioni che provoca sino a cogliere in un verso o in un'immagine repellente l'aura di un'intensità che ha in sé... la bellezza. Dunque anche il linguaggio muta, descrivendo l'orrifico, il deforme e l'abietto attraverso gli aggettivi più ricercati, le metafore più auliche e lo stile più alto e virtuoso, e riscattando così ogni sfumatura dell'eterno titanico nemico del mero bello.