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Negli anni ottanta del Novecento e nel decennio successivo Elémire Zolla esponeva in queste edizioni la sintesi di uno "sguardo" da dentro e dall'alto, da vicino e da lontano sugli scenari della realtà: la cinghia degli archetipi che regge il carro della storia; i "climi" tiepidi, gelidi o infuocati del paesaggio esterno e interiore; i piccoli e grandi misteri che la mente contemplativa riconosce come "verità" fino a quando la mente calcolante non li falsifica. Tutto questo era consegnato in Archetipi, Aure e Verità segrete esposte in evidenza, i tre libri che ora rivedono la luce con l'aggiunta di un testo formidabile sul tema di Dioniso errante, quel dio dell'ebbrezza, spirito di-vino e divino il cui omor de la vite cola, parafrasando Dante nel canto XXV, 76 del Purgatorio. Se l'esperienza della vita è realisticamente intermedia tra inferno e paradiso, Zolla in queste pagine ritrovate offre una zattera cui aggrapparsi, un farmaco che disintossica. Con un saggio introduttivo di Grazia Marchianò.