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"Per un singolare destino del nostro tempo, le iniziative culturali sono soggette oggi in Italia a una defatigante altalena. Da un lato, in nome della crisi economica numerose istituzioni e attività pubbliche e private vengono assoggettate a tagli durissimi, che sempre più spesso ne provocano la fine immatura. Dall'altro lato, il significato e il valore della ricerca, dell'educazione, della cultura vengono di continuo affermati, e non solo come mera declamazione retorica, ma anche con azioni concrete, finanziamenti, progetti. In questo paesaggio disordinato, dove domina spesso il caso, si segnalano fortissimi squilibri. Per indicarne solo due, prevalgono in genere le iniziative effimere su quelle di lunga durata (per esempio, si spende più per mostre temporanee che per le collezioni permanenti dei musei); e spesso spiccano, e raccolgono finanziamenti più cospicui, le iniziative che siano legate a una qualche forma di patriottismo locale, magari a detrimento di altri progetti di più largo respiro, nazionale o internazionale. Vittime di questo negativo sviluppo sono da un lato i progetti di ricerca, dall'altro chi potrebbe e dovrebbe esserne protagonista, e cioè la più giovane generazione di studiosi, spesso costretta all'esilio dall'Italia per poter fare ricerca. Il centro di studi dedicato a Vitruvio dalla città di Fano non ha per fortuna né l'una né l'altra caratteristica..." (dalla prefazione di Salvatore Settis)