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Quali furono l'organizzazione e il funzionamento dell'amministrazione della giustizia in Veneto nel periodo fascista? Come il regime, distruggendo l'indipendenza dell'ordine giudiziario, compenetrò l'attività e la carriera dei magistrati, e quali furono le relazioni della magistratura con il potere politico, locale e nazionale, tra la conquista del potere nel 1922 e la Liberazione nel 1945? Questo libro offre una prima ricostruzione "dal di dentro" della manipolazione della macchina della giustizia da parte del fascismo, illustrando le pratiche e le azioni adottate per formare il "magistrato fascista", solerte difensore degli interessi della dittatura. A partire anche dai casi di coinvolgimento di alcuni magistrati nel movimento nazionalista e in quello squadrista, il volume ricostruisce le vicende della magistratura, dai provvedimenti del 1923 a quelli seguiti alle leggi eccezionali del 1925-26, su fino alla infausta svolta antisemita del 1938 e alla tragica pagina della seconda guerra mondiale. Allo stesso tempo ampio spazio è offerto all'analisi delle peculiarità del caso veneto, a cominciare dalla presenza nel distretto giudiziario di una forte rappresentanza di giudici ex austroungarici. Le toghe nere arriveranno così ad affrontare gli anni della guerra, quando un gruppo consistente di magistrati si schiererà con la Resistenza, e il breve momento dell'estate del 1945, che solo parzialmente conoscerà la defascistizzazione dell'ordine giudiziario.