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La guerra non è solo una storia di battaglie, eserciti e bande armate. Grazie a un'ampia documentazione inedita, il saggio di Matteo Di Tullio ricostruisce le pratiche di gestione della guerra a livello locale, addentrandosi nei sistemi di formazione e protezione della "ricchezza delle comunità". Le società locali non furono immobili di fronte agli eventi bellici, ai relativi mutamenti socioeconomici e al formarsi dello "stato" nell'early moderm, ma organizzarono azioni di cooperazione a difesa delle risorse locali, sviluppando innovativi sistemi di credito e favorendo un processo di redistribuzione, seppure non egualitario. Ponendosi come obiettivo principale la coesione sociale, le élites locali non approfittarono della dismissione del patrimonio comunitario o dell'indebitamento dei piccoli proprietari: il formarsi di altre "ricchezze delle comunità", patrimonio di un network chiuso, garantì invece una forza politica che rappresentava un capitale per tutti i membri della comunità e il riprodursi dello status quo socioeconomico.