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La buona democrazia necessita di leader che sappiano "mettere le mani negli ingranaggi della storia", diceva Max Weber, ma deve anche preoccuparsi che lo facciano per migliorare, e non per peggiorare, il suo procedere. Negli ultimi anni, sostenuta dalla personalizzazione della politica, dal ridimensionamento del ruolo dei partiti e dall'importanza crescente della politica internazionale, si è registrata una formidabile ascesa decisionale dei leader degli esecutivi. Le esperienze di governo di Tony Blair, Nicolas Sarkozy, Silvio Berlusconi e Barack H. Obama dividono in modo radicale l'opinione pubblica e scientifica. Sergio Fabbrini analizza le caratteristiche della leadership odierna e conduce una riflessione sulla natura del potere dei leader democratici, sulla democrazia liberale e i suoi dilemmi. Se impedire l'ascesa del principe è sbagliato, prima ancora che irrealistico, addomesticare quell'ascesa è possibile, prima ancora che necessario. È tempo, quindi, di elaborare una cultura politica del governo democratico adeguata alle nuove sfide che si profilano all'orizzonte.