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Quello che hai davanti è un racconto iniziatico. Esso può essere letto, semplicemente, come storia avventurosa del protagonista, un bambino nato zoppo, debole di cuore e di cervello, da tutti affettuosamente chiamato Zoppetto proprio per via della sua zoppia. Fuor di metafora, tuttavia, egli rappresenta ogni singolo essere umano, il quale nasce per definizione manchevole e deve procedere a ritrovare la sua integrità tramite il percorso interiore: interiore ed esteriore, e come noto le due cose procedono assieme. La natura del racconto è tale da poter essere usufruito sia dai grandi che dai piccoli, magari sotto la supervisione dei genitori; i bambini non comprenderanno tutti i simboli presenti nella storia (impresa che comunque impegnerà anche gli adulti), ma ne riceveranno i simboli, l'energia e la forza educatrice, giacché l'educazione agisce in questo modo: per influenza e per ispirazione, ancor prima che per comprensione razionale. A fine narrato, è presente un commento finalizzato a spiegare non tutto, ma buona parte di quel che è incluso nella storia sotto forma di simbologia e di analogia, nonché a illustrare la curiosa genesi dell'opera, nata dalla lettura di un'antica e sconosciuta fiaba contenente un breve versetto che, in qualche modo, ha portato alla scrittura de Il bambino zoppettino.