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È la storia di un'amicizia straordinaria e di un amore difficile. Rosa e Isabella vivono un periodo storico importante, dalla metà degli anni '50 fino all'inizio dei '70, e non è il tempo delle mele. Per Milano è un impegnato combattuto e burrascoso ventennio: dal boom alla lotta operaia, dalla grande contestazione studentesca alla bomba di piazza Fontana, dalla legge sul divorzio all'approdo sulla Luna. Anni difficili ma anche appassionati. Isabella ha una famiglia ricca, una madre gelida, un padre che fa con lei giochi che non dovrebbe fare. Rosa cresce in una famiglia operaia, con pochi soldi ma molto calore. Si incontrano bambine il primo ottobre 1956, il loro primo giorno di scuola elementare, e da quel momento camminano tenendosi per mano nel mondo che cambia. E sempre per mano arrivano a quell'età che gli adulti dicono bellissima, ma in realtà è un groviglio di passioni e paure, di voglia di futuro e nostalgia d'infanzia. Negli anni della loro adolescenza temi come la sessualità, l'aborto, l'eutanasia, la violenza contro le donne, escono dal buio dell'ipocrisia sociale ed entrano prepotentemente nella vita di Rosa e Isabella. Il finale lascia un retrogusto misto di malinconia, di gioia, di rabbia, di speranza. Il sapore della vita di altri, che poi è la vita di tutti.