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Isabel de Villena, clarissa del XV secolo, compone la sua opera principalmente come esercizio spirituale per le monache del suo convento, per permettere loro non solo la meditazione sulla vita di Cristo, ma anche l'immedesimazione con gli eventi evangelici, quella imitazione di Gesù che porta alla perfezione ascetica. Trova ampio spazio la descrizione dei gesti semplici di ogni giorno, come a ribadire che la vera natura del Vangelo ha a che fare con la vita ordinaria e "nascosta"; anche il tema della povertà, legato soprattutto alla vita monastica (non va dimenticato che le prime destinatarie erano le consorelle), percorre tutta la narrazione.