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Il libro prende le mosse dall'esperienza dell'autrice, che svolge la sua attività in un Centro di accoglienza a Palermo. Facendosi guidare da Mohammed, un iraniano che vive per strada, Marina Scardavi accosta un mondo - quello dei vagabondi, dei barboni, dei poveri, degli emarginati, degli ultimi - che si rivela diverso da come appare agli occhi distratti di un osservatore esterno.