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Si tratta di 26 frammenti dell'opera di Papia, opera di esegesi dei detti e degli atti del Signore, riportata da altri scrittori, o frammenti in cui si parla di Papia (da Ireneo, Eusebio, fino al dotto armeno Vardan Vardapet) spaziando così dal II al XIII secolo. Il più famoso di questi frammenti ci informa che secondo la tradizione di un presbitero, il vangelo di Marco non è altro che l'interpretazione del kerygma petrino adattato alle varie circostanze. Sempre secondo Papia, Matteo ha composto il suo vangelo in "dialetto ebraico", il che ha dato luogo a infiniti studi e discussioni. Sono frammenti molto difficili per la cui comprensione piena si richiede un approfondimento a livello storico e letterario, analisi filologica e comparazione di testi piuttosto scrupolosi e dettagliati. Sono però importantissimi per l'informazione su pratiche e dottrine di ambienti cristiani antichissimi che, attraverso una tradizione orale e la trasmissione diretta di discepolo in discepolo, erano ancora in contatto con la prima generazione di discepoli di Gesù. Il lavoro, curato da E. Norelli, dopo uno studio di vasto respiro sull'ambiente e le tematiche emergenti, presenta i Frammenti con il testo originale a fronte. Ogni frammento, inoltre, è inserito nel contesto dell'opera che ce lo presenta e quindi commentato e annotato per coglierne tutte le informazioni (e anche le più piccole allusioni) che ci possano ridare l'ambiente delle origini cristiane.