Tab Article
«Attorno all'archetipo prima romanzo e poi romantico (passando con levità attraverso Petrarca) della Belle dame sans merci si dipana il canzoniere trilingue di Graziella Sidoli. E il suo è un trilinguismo tutto originale, poiché sa trarre il meglio - senza mai proporre sovrapposizioni forzose - dalle tre culture cui ha attinto: quella argentina dell'origine, quella newyorkese del romanzo di formazione e quella bolognese dell'approdo attuale: un approdo - va detto - di vivificante presenza nel contesto. A leggerla con attenzione in italiano, si gode l'impressione di una scrittura mai corriva a un "già detto" o a un "già visto", in virtù soprattutto di una calibratissima originalità metrico-prosodica e di un'intonazione (in senso letteralmente musicale) che non proviene dagli stilemi di una tradizione data una volta per tutte, ma considerata piuttosto come un nobile insieme da riconquistare e da riscrivere quasi ad ogni piè sospinto. Così, secondo un pieno mandato novecentesco, è in tutto e per tutto poesia del corpo, questa di Graziella Sidoli...» (dalla Postfazione di Alberto Bertoni)