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"Dei nostri santi tristi" è un tragitto poetico che inizia con una immagine: il "santo triste", marchio con cui il poeta si è sempre identificato. La poesia si configura come un processo di disarticolazione da questa immagine-spettro, uno strumento per disancorarsi dal passato e trovare una posizione nel fluire della vita, nell'imprevisto dell'incontro. Proprio su un incontro inaspettato si concentra l'approdo di questa lettura: riconoscere l'alterità e aprirsi al nuovo finalmente, solo a patto di distogliere lo sguardo dal proprio marchio.