Tab Article
Filippo Papa e Joan Josep i Barceló viaggiano all'unisono sui sentieri curvilinei dell'universo. Adottano la stessa sintesi e amano la musicalità del silenzio. L'uno cattura immagini che spingono lo sguardo verso l'Empireo, l'altro "riedifica nel soffitto del cielo a ogni battito del cuore". Si direbbe che la loro poetica è tutta costruita ammirando l'infinito che sovrasta la nostra presenza. Entrambi guardano verso l'alto come a cercare una traiettoria che spinga l'anima verso il luogo in cui tutto è destinato a convergere. A tal proposito Barcelo tesse versi leggeri come l'aria, ardenti come il fuoco, e ci ricorda il destino di ognuno nel "chiedere solo di morire nel ventre della cupola". Paolo Giansiracusa