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Per comprendere a fondo questa nuova raccolta poetica di Duccio Corsini, fatta di realtà e di sogno, ma al contempo di considerazioni di carattere filosofico, sarà opportuno aprirsi all'illuminante genetica della poesia e alla sua funzione nella vita dell'uomo, poiché essa induce una catarsi dello spirito atta ad alleviare il dolore che è presente anche nel nostro autore. Dolore e malinconia che da sempre sono nell'animo del poeta, oltre l'apparenza di serenità che lo contraddistingue. Una catarsi che avvertiamo nel simbolismo dell'ascesa più volte evocato dalla semantica del lessico poetico, talora filosofico. Mentre la natura, nella sua concreta visione, è quella della terra di Toscana, e tanto ci fa pensare alle elegie goethiane che sostenevano essere l'arte il "medium" fra la poesia e l'uomo. Per questo, la raccolta ci dimostra non un dolore acuto, ma nostalgia di cose che sono interiori lacerazioni e dolce compianto che accompagna. In tal senso, il tono elegiaco si apre a forme pluridimensionali, civili, oltreché morali ed esistenziali. Andando a costituire una totalità di visione, come sempre piacevole da ascoltare e da leggere.