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La silloge è il frutto di un lungo e significativo esercizio di scrittura meditativa; completa la trilogia dei semi ("Semi d'infinito, "Semi d'amore" e "Semi di luce") e culmina in una celebrazione del divino rappresentato e verseggiato nei tre dei suoi più decantati attributi, sempre in rapporto all'uomo e alla natura. Così, attraverso il trait d'union della poesia, il trascendente dialoga con la dimensione terrena, e ne vien fuori una correlazione stretta, spirituale e filosofica, tra creatore e creatura, secondo il tema della bellezza, della contemplazione del cosmo, della ricerca di contatto con Dio, della finitudine umana e della grandezza divina (che non si escludono - secondo il pensiero dell'autore - ma si compenetrano).