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La nuova traduzione del testo poetico di Oppiano redatto in greco nel II secolo d.C. apre inedite prospettive nella ricerca delle tipologie di prodotti ittici che comparivano sulla tavola romana in epoca imperiale. La lettura delle tecnologie di pesca e la disponibilità stagionale delle specie ittiche riesce meglio a circoscrivere le preferenze gastronomiche rispetto alle possibili indicazioni dei ricettari romani del tempo. Ne emerge un contesto di completa sostenibilità dell'attività di pesca accanto al consapevole consumo di un elevato numero di specie, molte delle quali ascrivibili al gruppo del pesce azzurro.