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Quella di Cristina Ceroni, alla sua opera prima, è una parola abitabile, confidente, come un sorriso appena accennato. Voce familiare che non esclude affatto l'inquietudine, l'ombra. Un mormorio in bilico sul precipizio. La verità, sembra dirci l'autrice, sta sempre oltre. Oltre le storie, oltre l'illusione di riprodurre un suono perfetto. Con questa intima consapevolezza, bisogna attraversare l'imprecisione. Il suono imperfetto è così bello, perché prevede la speranza.