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Collasso analitico, un percorso in fieri e un'indagine a porte aperte più che una mostra, raccoglie il lavoro di due artiste cosmopolite, Giulia Bruno e Micol Roubini, entrambe nate a Milano ma con radici che le hanno portate altrove. Giulia Bruno, da anni collaboratrice stretta di Armin Linke, ha attraversato il globo alla ricerca di un'utopia legata alla sua storia familiare: l'esperanto, da una parte un tempo lingua capace di riconnettere diverse nazioni varcando le frontiere, dall'altra lingua della resistenza, che rinasce in paesi non allineati creando nuove comunità in nome di un progetto di universalismo. Micol Roubini parte dall'antica fotografia di una casa e una lista d'oggetti: le testimonianze più care conservate nell'appartamento milanese di un suo nonno, scappato dall'Ucraina in seguito allo sterminio della propria famiglia, prima in Russia, per poi arrivare in Italia. Saranno questi pochi documenti a guidarla attraverso l'Europa, fino all'Ucraina occidentale, in un paese che in cent'anni ha cambiato cinque volte identità nazionale e che ora attraversa una delicata fase di transizione.