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Centottanta, tra pensieri e aforismi, scandiscono il racconto di un secolo. Centottanta riflessioni in punta di penna - una penna intinta nel nero della seppia e imbevuta del suo gusto acre e pungente - che stimolino nel lettore una coscienza critica, un'indignazione morale e un risveglio civile dinanzi alle menzogne, e alle brutture, della nostra epoca - all'insegna delle "fake news" e dell'odio per il "culturame" - contro i falsi miti di 'progresso' - la tecnologia salverà il mondo, la democrazia di internet, i nativi digitali - tesi ad offuscare la corretta percezione del reale, favorendone la vile accettazione ed esaurendo, così, la linfa vitale della polemica e della contestazione. Nell'era dei "cinguettii" e dei "come va" (tweet, whatsapp), la misura volutamente frammentaria dell'aforisma - dal tono sentenzioso, moralistico/immoralistico - riacquista paradossalmente vigore proprio per la sua brevitas, ossia per la capacità di condensare e racchiudere, in pochi sintagmi, un giudizio critico, spesso ironico e sarcastico, frutto di una lunga decantazione della rabbia, che è il vero motore ispirativo di questo libro.