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Si impara a stare soli. Si impara a stare senza occhi altrui da cui farsi guidare e ammirare. Si impara a vivere senza qualcuno che ti ricordi quotidianamente che sei bella e interessante e speciale e inarrestabile. Si impara a credere che se non c'è una fonte esterna a riempirti di belle parole, queste perdono di significato o perlomeno smettono di starti bene addosso. Così, quando la persona che ami se ne va, non ti senti più bella, e affascinante, e speciale e inarrestabile. Si diventa Una. Una che cammina in mezzo alla ressa. Una utile a riempire i tempi morti, in luoghi delle relazioni umane ferme in un punto e mai destinate a procedere. Una. Una di cui dimentichi il nome e i connotati. Una. Una interessante ma mai troppo. Una. Sadzylla, in questo libro, ci parla dell'amore in tutte le su sfaccettature, e lo fa con lo stile che le appartiene e che la rende inimitabile. E così fra queste righe ci si ritrova a ridere, a piangere, a commuoversi, perché tutte le emozioni che ci troviamo dentro sono state di tutti noi, almeno una volta nella vita.