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"Einstein la guardò con simpatia: «Dimmi, cara!». Sabine sembrò riflettere un secondo, poi chiese: «Ecco, professore, la sua equazione E=mc2... che cosa vuol dire esattamente?». Einstein sorrise di nuovo, poi rispose: «Sintetizzando, significa che esiste una relazione fra energia e massa, o se preferisci materia». Sabine sembrò colpita, e proseguì: «Ma questo vuol dire che ognuno di noi potrebbe trasformarsi in energia...». «Beh, in un certo senso... sì», fece in tono riflessivo Einstein, «se riuscissimo a dividere gli atomi che ci formano. «Allora... se possiamo trasformarci in energia, potremmo scomparire in un bagliore di luce, come i maghi, come in un fuoco artificiale?». Nella sala da pranzo calò il silenzio. I tre si guardarono, in quel momento intuirono tutti e tre la stessa cosa. «Sì...», fece Einstein, quasi sottovoce, «come in un fuoco artificiale». «O in una bomba...», concluse con un tono inquietante e sospeso Hahn."