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"Aspettando Emma" è più di un racconto e meno di un romanzo. È la storia di un'attesa, una sospensione, un piccolo collasso spaziotemporale. Tre amici aspettano Emma: Anna, Pierre e Federico. Ma Emma non arriva e l'ansia si accumula. E mentre si sfidano con ipotesi e illazioni per compensare il vuoto creatosi dall'assenza della loro amica, si rianima il triste mondo pragmatico che li circonda. Dalle pareti del soggiorno dove avrebbero dovuto consumare la cena arriva, infatti, l'eco inequivocabile di un conflitto. Due ombre pronte a farsi risucchiare dallo scorrere del tempo, Sandro e Giacinta, si torturano con fantasmi di colpe effimere, dolori superflui e frivole recriminazioni, a testimonianza di come l'amore può essere a volte un inesplicabile supplizio. Da una parte, quindi, si cercano alibi per delitti mai commessi in un'inesorabile obsolescenza affettiva programmata, dall'altra si soffia sui vissuti fino a quando il crepitio delle parole diventa fiamma, ossigeno che alimenta il fuoco di desideri trasfigurati in ricordi ingombranti e dolori retroattivi. Tutti i personaggi di una fiction d'amore in fondo si assomigliano per una sorta di sfacciataggine esistenziale: nessuno di loro sa come andrà a finire e nonostante ciò si comportano come se lo sapessero.