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In un momento di grande splendore per la Sicilia, sotto la guida di Ruggero II, nascono e si compongono storie, in un miscuglio tra realtà e leggenda, che rendono ancora più affascinante il mondo culturale, sociale e artistico dell'isola. L'interesse per questa terra ricca di storia e di mito non è esclusivamente manifestato da coloro che l'hanno abitata nei tempi più recenti, ma è anche l'interesse di uomini arabi che hanno dato avvio a nuovi orizzonti culturali. I viaggi nella regione divengono motivo per tessere un intricato, ma quanto mai interessante, mosaico di credenze popolari, fatti storici, realtà geografiche e sociali. Il geografo arabo Al-Idrisi dà l'avvio alle opere di Giuseppe Pitrè e Italo Calvino. Quanto ci sia di vero e quanto invece sia inventato è difficile comprenderlo. Tutte le storie presentano, infatti, un fondo di verità storico e culturale, ma sicuramente sono rese più interessanti e magnifiche dall'incontro con la fantasia del popolo. Infatti, le credenze popolari si mischiano alla storia, come la leggenda della Monachella, divenendo superstizioni vere e proprie; o, ancora, la storia di Cola Pesce che diventa di interesse internazionale ed esce fuori dai confini della Sicilia tale è il suo fascino. Maria Ester Canepa, tramite un'analisi attenta e dettagliata, riportando fedelmente storia e racconti, mostra al lettore l'intreccio tra ciò che è vero e ciò che è leggenda, elemento fortemente radicato nella cultura popolare, tanto da sembrare reale.