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Sovvertendo gli schemi delle dottrine positiviste ed analitiche, Vittorio Frosini (1922-2001) affermava che il diritto è un'attività poetica. Egli scriveva che il futuro della civiltà non può essere disgiunto dalla «naturalità dell'esperienza giuridica» e da «un'immagine originaria e autentica dell'uomo». Esortava i giuristi del nuovo secolo ad essere «vigili», a mantenere viva la scintilla della «coscienza giuridica» e a rivolgere «lo sguardo interiore» «là dove brilla la stella della giustizia».