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Una riscoperta letteraria a settanta anni dalla pubblicazione, una narrativa che si distacca dai canoni neoveristici e che anticipa il grande filone narrativo sciasciano. Loschiavo ambienta la vicenda nel 1921, con un chiaro riferimento alla sua esperienza di pretore a Barrafranca, con la descrizione di personaggi e comportamenti che, oltre alla mafia, ci segnalano la diversità di una società divisa in caste, dove resistono la soggezione delle donne e l'assenza di riscatto. Dai problemi delle zolfare, fino a toccare il tema della mafia, per la prima volta citata in chiaro. E il disagio del pretore è nel suo insistere a voler imporre la legge dello Stato sopra tutte, anche e soprattutto sulla mafia. Non c'è momento in cui la figura di questo eroe ante litteram non si proponga come unico esponente della giustizia, la giustizia dello Stato per cui la legge è uguale per tutti. Primo romanzo sulla mafia, la Lux Film trasse la sceneggiatura del primo film che trattava l'argomento, "In nome della legge", con gli sceneggiatori Mangione, Pinelli, Bizzarri, Fellini, Monicelli per la regia di Pietro Germi.