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Una nonna-bambina trasmette con delicatezza e serenità i suoi ricordi di «una storia che ricorda bene» e la racconta «da piccola verso i piccoli». Lei, ebrea, sopravvissuta alla deportazione con la responsabilità di far sì che non si perda la memoria di quei terribili fatti accaduti, ha attraversato da bambina quegli eventi senza perdere la gioia di vivere, anzi ricavando da quelle drammatiche esperienze la forza per raccontarle alle generazioni future. Quindi, una «nonna-bambina»: «nonna» perché lo dedica ai suoi nipoti, i figli di sua figlia Dafne, che hanno la stessa età che lei aveva quando fece l'esperienza del campo di concentramento; «bambina» perché si rivolge direttamente a tutti i bambini affinché coltivino sempre dentro di loro la positività e la speranza.