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«Il cinema attuale è la camera oscura. Il cinema del futuro sarà la camera Ardente. Il roveto ardente che parla, donde vengono le leggi del mondo». Così scriveva Saint-Pol-Roux (1861-1940), poeta solitario dalla barba bianca, soprannominato Saint-Pol-Roux-le-Magnique, «e si direbbe che questo soprannome se l'era proprio meritato, tanto a causa dello splendore dei suoi costumi, quanto per la bellezza truculenta dei suoi discorsi». Il suo libro Cinema Vivente è un folgorante appello rivolto agli scienziati e ai pionieri di un'arte ancora alla sua preistoria, la "prova generale" di un mondo nuovo, in cui «ci sdoppieremo. I doppi prenderanno il nostro posto, e persino le diplomazie e le guerre future si svolgeranno tramite gli altri noi stessi». Prestare ascolto a un libro come questo significa immaginare un cinema "altro", nato prima della sua invenzione; un cinema oggi in sorprendente dialogo con i nuovi scenari tecnologici, e allo stesso tempo ancora rivolto contro ogni gabbia prestabilita.