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"Un fantasma tormenta molti attivisti, anarchici e ambientalisti. Ha tormentato me. Gran parte della nostra sottocultura nega la sua esistenza, eppure quell'immagine flebile cresce, diventa concreta, finché non ti guarda dritto negli occhi. E il suo sguardo, proprio come con i mostri nei racconti del passato, ci paralizza. Muoversi diventa impossibile. Abbandoniamo la speranza: diventiamo disillusi, inattivi. Lo spettro che molti cercano di non vedere è una semplice constatazione: il mondo non verrà salvato." In questo testo, affidato all'internet dieci anni fa come un messaggio in bottiglia, l'anonimo autore tenta di delineare i possibili futuri di una resistenza anarchica ed ecologista di fronte all'incessabile avanzamento del cambiamento climatico. Tra quelle che furono le sue previsioni vive anche il nostro presente, nero su bianco accanto a ciò che siamo stati e a quello che possiamo ancora essere. Il punto di vista di questo testo, totalmente spoglio dell'illusione della una grande rivoluzione globale che salverà il pianeta, resta deciso a difendere i resti del mondo che ci troveremo a vivere, a proteggere chi lotta dal peso schiacciante della catastrofe.