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Nelle tragedie e nei dialoghi filosofici l'infanzia non ha voce. I bambini e le bambine appaiono sullo sfondo, sono considerati parte del panorama oppure elementi del dramma che però non possono mai esprimersi. Questi racconti provano a raccontare il punto di vista infantile non in modo filologico, bensì arbitrario e tuttavia verosimile. Le situazioni e i dati di partenza sono quelli delle tragedie, degli scritti filosofici o dei poemi omerici, ma le trame sono inventate, pur mantenendo luoghi e personaggi del tempo. Le storie valorizzano la diversità delle prospettive esistenziali dei bambini, divergenti da quelle degli adulti allora come oggi. A volte alcune interpretazioni sono state contrapposte: è il caso delle narrazioni relative ai figli di Medea. Sono riportate entrambe, ritenendo opportuno lasciare al lettore la scelta di quella più rispondente alle sue opinioni. I discorsi dei piccoli sono forse piccoli discorsi ma restituiscono alla realtà uno sguardo profondo e autentico. In questi racconti si cerca di conferirgli dignità e diritto di esistere.